2009/01/14

spiazziverdi

Non sono finito sott'acqua ma l'abbiamo scampata bella, dopo un mese di silenzio si risente la mia voce ma ne è passata di acqua sotto i ponti;
l'ortolano non è più solo, le ife fungine sotterranee che univano i vari cuori verdi stanno bucando lo strato superficiale, è nato da poco spiazziverdi che sta diventando la sperimentazione virtuale di un gruppo di ortolani di laguna "in erba".
Lunedì alla prima riunione mangereccia eravamo già una decina, abbiamo accordato le nostre intenzioni, abbiamo capito che non abbiamo solo bisogno di piantare e raccogliere frutta e verdura ma sentiamo invece la necessità di riappropriarci di luoghi che si sono via via spersonalizzati, colonizzati da giardinieri dal cuore di ghiaccio e da sempreverdi sempremorti.

Stiamo iniziando a guardare la nostra città sotto un altro aspetto, all'erta, annusando la presenza di giardini abbandonati oltre un muro troppo alto, studiando vecchie mappe, scartabellando in biblioteca per trovare le antiche tecniche che nei secoli avevano prodotto migliaia di orti-giardini che erano l'invidia dei viaggiatori che approdavano in città; fino alla scoperta dell'America Venezia aveva i più forniti orti botanici d'Europa e le pozioni miracolose venivano esportate in ogni mercato.
Nel nostro piccolo vogliamo riportare in vita questi semi sopiti ma anche e soprattutto vedere le stagioni cambiare, abbattere porte che danno su giardini privati non vissuti, piantare semi sulle cacche dei cani, ficcare terra negli interstizi fra i mattoni e i masegni, lanciare palle di argilla oltre le inferriate, abbandonare vasetti-sorpresa sui tavolini dei bar, raccogliere alghe giapponesi per farne concime,
e molto altro ancora