2009/12/30

appunti sparseggianti

In questi giorni di ritagli e di copia incolla mi lascio guidare dalla sorte e trascrivo frasi sparse, citazioni, link.............

la
resilienza (in psicologia) viene vista come la capacità dell'uomo di affrontare e superare le avversità della vita.

Il ritorno energetico sull'investimento energetico, più comunemente noto come EROEI (o EROI), acronimo inglese di Energy Returned On Energy Invested (o Energy Return On Investment) ovvero energia ricavata su energia consumata, è un coefficiente che riferito a una data fonte di energia ne indica la sua convenienza in termini di resa energetica.

Biosphere della Philips

Quando mieterete il raccolto dei vostri campi, non mietete il campo fino ai margini, non raccattate le spighe rimaste dopo la mietitura, ma lasciatele per il povero e per il forestiero (Levitico, 23, 22)

Alghe in città:
progetto di
Höweler + Yoon Architecture e Squared Design Lab per la città di Boston. Ecopod per coltivare microalghe sulla facciata di un vecchio grattacielo di Boston

www.zerofootprint.net fondata da Ron Dembo, organizzazione che ha prodotto un software che misura l'impronta ecologica in temporeale e trasforma i consumi in carbon credits.

Nemo, il battello a idrogeno di Amsterdam

il water che separa cacca e pipì

2009/06/26

l'orto-giardino condominiale

Sono qui da un anno ormai. Ho iniziato una lenta trasformazione del mio fazzoletto di terra (3mq) e pietra (altri 30mq). Il percorso è lungo ma ho iniziato a raccoglierne i frutti (cicoria a volontà, insalate, fragole, more e tutte le erbe aromatiche), non mi sono concentrato a pieno perchè ero impegnato sul fronte ben più impegnativo del nostro orto collettivo alla Giudecca che di frutti ne sta dando a dismisura (vedi spiazziverdi).
Voglio iniziare un percorso di avvicinamento alla parte di terra che sta dall'altra parte, che vedo dalla finestra della cucina; è una zona ostica, l'ho osservata a lungo, mi ci fermo, annuso le rose, tocco la terra, ma è un "non luogo" una zona franca che, come in molti casi non dovrebbe appartenere a nessuno, per lo status quo.
Il lavoro che mi attente è quello di coltivare l'essere umano, me stesso, la mia famiglia, i miei vicini di casa che non voglio chiamare condomini.
Si tratta di ribaltare la situazione e trasformare un luogo di nessuno tramutandolo in una terra di tutti. Per ora ci sono rose, rampicanti e non, un'edera, ortensie, oleandri, no comment.
Sotto le piante ci sta il prato, in ombra da un lato dell'edificio (stenta quindi a crescere), al sole a picco dall'altro (si secca).
C'è un giardiniere, che ogni tanto viene a tagliare quella poca erba e a potare le piante, riempie quattro o cinque sacchi di immondizia (che butta nel bidone) e sparge un po' di concime (chimico), dove pensa serva.

Ho molte idee in proposito.

COSA NON C'E'
una compostiera dove buttare gli scarti organici.
uno spazio comune, libero, dove mettere una sedia, uno sdraio, un tavolo per stare da soli o in compagnia.

COSA C'E'
un gruppetto di persone che si occupa di annaffiare nei periodi di secco (mea culpa non l'ho mai fatto, mi ha sempre preceduto qualcun'altro, ma si sa, non sono proprio un fulmine e credo fermamente nella selezione naturale).

COSA SI POTREBBE DIRE, FARE, LETTERA, TESTAMENTO
La prima cosa credo sia quella di trovarci una prima volta ed osservare, annusare, guardare il sole, sentire la terra.

COSA FAREI
Aspetterei l'autunno e mentre aspetto continuerei ad osservare.
Poi sposterei le rose e le metterei in grandi vasi su ruote, in modo da poterle portare in giro e scoprire il luogo che più amano (un piccolo giardino di rose).
Vangherei il terreno, porterei della nuova terra e rialzerei tutto di almeno venti centimetri.
nella parte più grande ma ombreggiata pianterei le prime piante perenni, un mandorlo, more, lamponi, ribes, uvaspina, kiwi, salvia, rosmarino e altro ancora.

nella parte più piccola e soleggiata qualche pianta di vite (da tavola e da marmellata), un anice stellato (Illicium Verum) alcune piante di limone (forse anche 6) su grossi vasi su ruote che si possono ricoverare in atrio d'inverno e tutte le aromatiche perenni.

l'inverno riposerei e pianterei qualcosetta, ancora da decidere.

la primavera è tempo di annuali, fiori che si mescolano a verdure in un intrico di profumi e colori.

per ora è tutto, alla prossima.



plants for a future

2009/03/27

Eppur si vanga!














Ho tralasciato clamorosamente il mio blog personale per passare a quello collettivo di spiazziverdi, quindi i miei pochi lettori mi avranno dato sicuramente per desaparecido. Eppure le mani sono sporche di terra, come si vede dall'immagine a fianco. Abbiamo preparato la prima spirale e ci accingiamo a preparne un'altra in un orto in continua espansione! Duro lavoro, la gramigna si era adattata perfettamente al prato.

P.S. stiamo cercando disperatamente semi da piantare in ortooooooooooooooo

2009/01/14

spiazziverdi

Non sono finito sott'acqua ma l'abbiamo scampata bella, dopo un mese di silenzio si risente la mia voce ma ne è passata di acqua sotto i ponti;
l'ortolano non è più solo, le ife fungine sotterranee che univano i vari cuori verdi stanno bucando lo strato superficiale, è nato da poco spiazziverdi che sta diventando la sperimentazione virtuale di un gruppo di ortolani di laguna "in erba".
Lunedì alla prima riunione mangereccia eravamo già una decina, abbiamo accordato le nostre intenzioni, abbiamo capito che non abbiamo solo bisogno di piantare e raccogliere frutta e verdura ma sentiamo invece la necessità di riappropriarci di luoghi che si sono via via spersonalizzati, colonizzati da giardinieri dal cuore di ghiaccio e da sempreverdi sempremorti.

Stiamo iniziando a guardare la nostra città sotto un altro aspetto, all'erta, annusando la presenza di giardini abbandonati oltre un muro troppo alto, studiando vecchie mappe, scartabellando in biblioteca per trovare le antiche tecniche che nei secoli avevano prodotto migliaia di orti-giardini che erano l'invidia dei viaggiatori che approdavano in città; fino alla scoperta dell'America Venezia aveva i più forniti orti botanici d'Europa e le pozioni miracolose venivano esportate in ogni mercato.
Nel nostro piccolo vogliamo riportare in vita questi semi sopiti ma anche e soprattutto vedere le stagioni cambiare, abbattere porte che danno su giardini privati non vissuti, piantare semi sulle cacche dei cani, ficcare terra negli interstizi fra i mattoni e i masegni, lanciare palle di argilla oltre le inferriate, abbandonare vasetti-sorpresa sui tavolini dei bar, raccogliere alghe giapponesi per farne concime,
e molto altro ancora